Dopo un periodo di interruzione connesso con la pandemia, che ha spinto a chiudere le scuole e a interrompere molte attività didattiche, riprendiamo a proporre le buone pratiche di alternanza scuola -lavoro o PCTO, secondo la nuova terminologia. Proponiamo qui un'interessante esperienza che vede la collaborazione degli studenti del Liceo Manzoni con i ragazzi, molti di origine straniera, di alcune scuole medie.
Progetto Erodoto: liceali e alunni “stranieri” delle medie mettono in scena i classiciIl progetto Erodoto è stato realizzato nell’ambito dell’Alternanza Scuola - Lavoro (ridenominata PCTO, Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento), presso il Liceo Manzoni di Milano con il coinvolgimento di diverse scuole medie della zona Ticinese per quattro anni consecutivi. L’intento principale del progetto è sempre stato quello di far conoscere e condurre verso un cammino di amicizia e condivisione i ragazzi del Liceo Classico Manzoni di Milano e gli studenti stranieri delle scuole medie di via Tabacchi e di via Vittadini. L’obiettivo non è solo il miglioramento della competenza linguistica dei ragazzi immigrati, ma anche una loro maggiore integrazione sociale, attraverso il confronto costante con gli studenti liceali.
Il progetto, alla sua quarta edizione, è stato promosso da iBVA, Istituto Beata Addolorata, un’associazione laica no profit che lavora per l’integrazione degli stranieri a Milano.
La scuola di Italiano per tutti, una delle attività di IBVA, ha accolto il progetto teatrale nato da un’idea della scrittrice Claudia Pozzo e di Agostino Frigerio, direttore della scuola fino al giugno 2019.
In quest’ultimo anno scolastico è stato possibile svolgerne solo una parte, perché tutte le attività sono state interrotte dall’emergenza sanitaria.
Il lavoro dell’a.s. 2019/20 si è collocato all’interno del PCTO e si è rivolto a una classe terza del Liceo. E’ richiesta la partecipazione attiva di un’intera classe, per la messa in scena di uno spettacolo teatrale ispirato a un testo classico, L’Odissea, le storie di Erodoto, la biografia di Charles de Foucauld, l’Eneide hanno rappresentato l’occasione per una rielaborazione e la produzione di un testo da portare in scena.
I ragazzi del Liceo, prima di tutto, si sono cimentati nel racconto dei testi sopracitati ai più piccoli, coinvolgendoli successivamente nel lavoro di preparazione.
La storia che ne nasce viene dunque raccontata dagli studenti liceali, insieme poi si disegna la scenografia, si scelgono le musiche, si decide un copione, infine, lo spettacolo viene portato in scena al teatro alle Colonne.
Tutto ciò è avvenuto nei primi tre anni; ma l’esperienza si fa ogni volta più impegnativa per accogliere tutti gli studenti che ne fanno richiesta, che sono diventati sempre di più nel corso degli anni fino a formare un gruppo di cinquanta, costituendo un laboratorio che ha nell’incontro – tramite il gesto, la parola, l’immagine - il suo scopo e la sua trama.
E’ dunque un’occasione importante per far emergere le competenze scolastiche e quelle informali acquisite fuori dalla scuola che ogni ragazzo possiede – e che la scuola non sempre riesce a valorizzare. Nelle attività laboratoriali vengono sollecitate, attivate, indagate, riconosciute e messe alla prova in un percorso di lettura, scrittura, creazione scenografica per giungere alla produzione di uno spettacolo finale che rappresenta un pensiero condiviso e trasformato in azione scenica attraverso il confronto e un lavoro di elaborazione collettiva.
Questi gli spettacoli prodotti nel corso degli anni:
Anno scolastico 2016-17: Un’odissea (liberamente tratto dall’Odissea)Nel mese di marzo di quest’anno il progetto avrebbe dovuto essere presentato pubblicamente nell’ambito della rassegna “Fa’ la cosa giusta”. Ma L’emergenza Covid ha impedito di continuare il lavoro. Ci si augura di poterlo riprendere l’anno prossimo con nuove classi e probabilmente in diversa modalità.
“Il grande incanto”: Il laboratorio di scrittura e teatro
Ci si inventa a vicenda, ciascuno è frutto di un incantesimo altrui.Immaginateveli, i vostri figli o i vostri studenti, alle prese con il greco e il latino; immaginateli, i ragazzi di origine straniera che faticano alle scuole medie, alcuni appena giunti nel nostro Paese, altri che sono qui da anni ma a cui resta attaccato in fronte il cartellino “straniero”. Immaginateli insieme, una volta la settimana, a leggere e discutere e riscrivere l’Odissea, le Storie di Erodoto, i diari di Saint Exupery e Charles de Foucauld, l’Eneide di Virgilio. Immaginatevi questi antichi testi – i classici, come si suole dire – tra le mani di questi ragazzi trasformarsi in immagini, parole, musiche da presentare sulla scena.
Questa è la sfida del laboratorio che – sotto la guida di Claudia Pozzo – viene realizzato presso l’iBVA. Una classe del Liceo Manzoni e ragazzi di diverse scuole medie del quartiere Ticinese e dintorni (inizialmente una decina, ora più di quaranta) lavorano da ottobre a maggio a preparare quadri per una rappresentazione: a partire dai testi – i classici, per l’appunto – e dal loro desiderio di mettersi alla prova, di conoscersi, di riflettere insieme, di agire sulla scena.
Le esperienze di incontro tra i giovani e i testi classici sono iniziate solo quattro anni or sono, sulla base di alcune semplici nostre considerazioni.
Prima di tutto, gli studenti dei Licei del centro di Milano difficilmente hanno la possibilità di entrare a contatto con i ragazzi e le ragazze di scuola media provenienti da altri Paesi, magari arrivati da poco, carichi di difficoltà, di disorientamento e di paure, ma anche prorompenti di curiosità, di vitalità. Se i ragazzi non lavorano insieme fisicamente, se non si incontrano regolarmente in un’azione condivisa, in ciascuno di loro tenderà a prevalere l’immagine dell’altro che i media e i social diffondono, e si tratta di immagini sovente non benevole nei confronti dei migranti o comunque dei più deboli. Stare fianco a fianco, gomito a gomito per un paio di volte la settimana per quasi un anno, consente di instaurare una relazione, di avviare una collaborazione, di conoscersi mentre si è impegnati a produrre insieme un’opera comune.
Seconda considerazione: la nostra cultura deve molto ai classici; ignorarli è certo una perdita, non un guadagno per le giovani generazioni. Del resto molte opere classiche sono riservate a chi frequenta i Licei; per gli altri – e in particolare per i ragazzi migranti - si tratta di nomi e titoli forse orecchiati, o appena noti, ma subito destinati a dissolversi nel rumore di fondo che tutto confonde, che tutti ci frastorna. La scuola – per ragioni oggettive - è in seria difficoltà nel realizzare un’esperienza di incontro di questo tipo: allora abbiamo cercato, ostinatamente cercato, uno spazio per poter tenere insieme ragazzi e ragazze stranieri delle scuole medie e studenti di un Liceo classico. Perché tutti – sì, tutti – potessero sedere per terra, in cerchio, e decidere insieme cosa e come ascoltare, leggere, raffigurare, alcune pagine di Omero, di Erodoto, di Saint Exupery, di Charles de Foucauld, di Virgilio. E in questo lavoro collettivo, ritrovare un po’ se stessi, non da soli, ma insieme ad altri. Il progetto ha messo in pratica l’ambizione di portare i classici dappertutto, dove pareva più difficile farli arrivare.
Non si è inteso fare una scuola di teatro, né un vero e proprio studio dei classici. Eppure ciascuno secondo i suoi tempi e la sua sensibilità trova una voce, una parola, un gesto, un evento che lo coinvolge, sollecita le sue emozioni, talvolta in modo travolgente fino a giungere a provare sulla pelle e dentro di sé Dioniso: “Dovunque mi porti la bufera giungo ospite” scriveva Elémire Zolla in Archetipi, Aure, Verità segrete.
L’incanto della parola e del teatro aiuta, ma come ogni incanto dura poco; eppure dà una mano a pensarsi diversamente da come il mondo degli adulti induce a considerare i giovani, l’educazione, il sapere.
Al link https://youtu.be/E0oVdZZa-C4
alcuni materiali dello spettacolo realizzato nell’anno scolastico
2017-18, Compagni di
viaggio, liberamente tratto dalle Storie di Erodoto.