In un momento straordinario come quello che stiamo vivendo, sembra che la scuola di ogni ordine e grado sia in difficoltà sul tema della valutazione, già complessa di suo e mai come in questo momento ampiamente discussa tra esperti del settore e colleghi.
Il Ministero ha dato diversi suggerimenti attraverso note come la n° 388 del 17 marzo 2020, in cui si afferma: “…se è vero che deve realizzarsi attività didattica a distanza, perché diversamente verrebbe meno la ragione sociale della scuola stessa, come costituzionalmente prevista, è altrettanto necessario che si proceda ad attività di valutazione costanti, secondo i principi di tempestività e trasparenza che, ai sensi della normativa vigente, ma più ancora del buon senso didattico, debbono informare qualsiasi attività di valutazione. Se l’alunno non è subito informato che ha sbagliato, cosa ha sbagliato e perché ha sbagliato, la valutazione si trasforma in un rito sanzionatorio, che nulla ha a che fare con la didattica, qualsiasi sia la forma nella quale è esercitata. Ma la valutazione ha sempre anche un ruolo di valorizzazione, di indicazione di procedere con approfondimenti, con recuperi, consolidamenti, ricerche, in un'ottica di personalizzazione che responsabilizza gli allievi, a maggior ragione in una situazione come questa. Si tratta di affermare il dovere alla valutazione da parte del docente, come competenza propria del profilo professionale, e il diritto alla valutazione dello studente, come elemento indispensabile di verifica dell’attività svolta, di restituzione, di chiarimento, di individuazione delle eventuali lacune, all’interno dei criteri stabiliti da ogni autonomia scolastica, ma assicurando la necessaria flessibilità. Le forme, le metodologie e gli strumenti per procedere alla valutazione in itinere degli apprendimenti, propedeutica alla valutazione finale, rientrano nella competenza di ciascun insegnante e hanno a riferimento i criteri approvati dal Collegio dei Docenti. La riflessione sul processo formativo compiuto nel corso dell’attuale periodo di sospensione dell’attività didattica in presenza sarà come di consueto condivisa dall’intero Consiglio di Classe...” (nota n° 388 del 17 marzo 2020 Ministero dell'Istruzione).
Legalità e autonomia
È chiaro che la legalità deve essere il parametro dell’azione della scuola dell’autonomia e l’accento si pone sulla governance dirigenziale, sulla qualità organizzativa e progettuale del collegio docenti, dei team, dei consigli di classe e dei rispettivi coordinatori.
Il concetto di rete scolastica e di network con il territorio, di leadership dell’apprendimento svolto dal dirigente diviene tassello fondante per gestire una situazione così inattesa.
Se si è ben lavorato nel tempo la scuola è in grado di rispondere in modo adeguato alle esigenze che emergono. La formazione degli insegnanti, resa obbligatoria dalla legge 107/15, dovrebbe essere stata programmata in relazione ai bisogni emersi dai docenti e in base al “Piano di miglioramento” desunto dal PTOF che attraverso le figure di sistema, come gli animatori digitali, si traducono in innovazione didattica che prevedono l’uso della tecnologia per la costruzione di ambienti di apprendimento diversi dal setting d’aula classico e di tipo trasmissivo. Se questa strutturazione si è costituita nel tempo, la scuola, nelle emergenza del coronavirus, non è certo una “dilettante allo sbaraglio” e sa gestire anche la valutazione insieme al processo di apprendimento degli studenti in un tempo diverso come questo.
L’autonomia scolastica può rispondere adeguatamente al suo territorio, se ne conosce bene le sue realtà, le sue potenzialità e i suoi limiti. Tenendo sempre chiari i dettami costituzionali, che tutelano lo studente nel diritto ad imparare, gli obiettivi di apprendimento e la certificazioni delle competenze, che hanno valore nazionale, le scuole hanno già definito e pubblicato nel PTOF i criteri di valutazione e le modalità di verifica ed i docenti hanno già progettato unità di apprendimento, tenendo conto del curricolo di istituto.
Tutto ciò dovrebbe guidare i docenti anche in questa contingenza. Il senso di incertezza che emerge da richieste di più precise indicazioni ministeriali, o in attesa di esse, suggerisce di continuare a fare il lavoro, che l’insegnante compie quotidianamente, cambiando setting, cambiando ambiente di apprendimento, ma non lo scopo della scuola che è quello dell’istruzione, della formazione e dell’orientamento.
La riprogrammazione nell’emergenza
È indubbio che questa emergenza deve far adeguare le scelte programmatiche degli insegnanti in favore di un apprendimento più lento degli alunni, perché il contesto “Coronavirus” stravolge le abitudini consolidate, emozioni e reazioni, meno razionali e più impulsive. Occorre tener conto di una realtà familiare che vive in modo più intenso la scuola, perché presente in casa mai come in questo periodo di quarantena; oppure dell’assenza di un genitore, o di entrambi, perché chiamato/i a fronteggiare l’epidemia in ospedale o a lavorare per i settori che producono beni di prima necessità o urgenti.
È proprio qui che i consigli di classe e il coordinatore svolgono la parte importante del lavoro progettuale e di analisi del loro contesto classe. E’ proprio qui che, in videoconferenza, rimodulano e riprocessano gli apprendimenti e le modalità di verifica. E’ proprio qui che il collegio docenti si raccoglie a distanza, sentendo le proposte dei consigli, dei team didattici o dei dipartimenti, formula e delibera nuovi criteri e nuove modalità di verifica e li rende noti ai suoi stakeholder.
Il ruolo della dirigenza
Il dirigente è ovviamente il collante tra la proposta didattica e quella gestionale-organizzativa. Si lavora dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso in un continuo processo di valutazione interna ed esterna, in un continuo processo di miglioramento. E’ una sfida che mette alla prova le istituzioni scolastiche e soprattutto la loro autonomia, che verifica la leadership “per gli apprendimenti” del dirigente, il middle management, la leader diffusa dei docenti e la capacità di rispondere ai bisogni e agli stimoli del territorio, sapendo anche risolvere problemi. Da questa realtà si rende plastico il magma delle scuole e la legalità degli atti che formano i provvedimenti, che si concluderanno con gli scrutini finali. Come tutti i provvedimenti amministrativi tutte le sue parti devono essere formate e rispettate per non incorrere a violazioni o in annullamenti e a ricorsi.
Pensare di chiudere la scuola con un sei politico diffuso, o riprendendo i voti del primo quadrimestre, sarebbe svilire la scuola nella sua identità, svilire gli studenti, che hanno nostalgia dei banchi, calpestare i principi costituzionali e sociali, svilire gli insegnanti, che tanto stanno facendo, apprendendo, migliorandosi continuamente aderendo a corsi di formazione, a piattaforme protette per l’educazione. Le sollecitazioni del Ministero sono state tante, come quelle degli uffici scolastici territoriali e regionali; quindi sta ora all’autonomia scolastica ed ai suoi operatori rendere il diritto alla studio effettivo anche nel periodo del coronavirus.
Il ruolo del docente
Nella scuola primaria esistono una eterogeneità di fattori che condizionano le scelte degli insegnanti a partire dall’età dei bambini (6/11anni), che dovranno prevedere percorsi didattici e metodologie il più possibile rispondenti ai loro bisogni. L’attenzione dei team docente sarà quella di calibrare il percorsi didattici, di ripensare la progettazione, sviluppando attività esperienziali e formative flessibili, in grado anche di creare nuove abitudini, che sono tanto care a bambini, perché danno sicurezza e conforto.
Elemento centrale nella costruzione degli ambienti di apprendimento virtuali per la scuola secondaria e non solo, sarà la condivisione e la partecipazione. La costruzione degli apprendimenti sarà rimodulata e pianificata dai docenti e dai consigli di classe, adattandole alle esigenze. La collaborazione tra studenti e docenti è infatti un pilastro importante per misurarsi reciprocamente, imparando a valutare e a regolare la quantità e la qualità degli apprendimenti, per orientare lo studio in modo sempre più efficace. Compito del docente è anche quello di riflettere sulle proprie strategie di insegnamento, per renderle più efficaci e flessibili alle necessità degli alunni
La nota ministeriale sopra citata, lascia la dimensione docimologica alla scelta dei docenti, i quali, ridefinendo i percorsi didattici, adeguano la relativa valutazione, dichiarando modi, criteri e tempi, che dovranno essere noti e trasparenti allo studente e alle famiglie, al fine di farne cogliere il valore formativo del processo di apprendimento.
Gli strumenti valutativi non possono essere solo quelli tradizionali come verifiche, e interrogazioni (che pure molti docenti hanno adattato alla nuova situazione comunicativa) ma anche, per chi ha iniziato a valutare per competenze, l’uso di rubriche valutative. Per la valutazione di compiti di realtà, che possono essere opportunamente svolti a distanza, sia individualmente che in gruppo, sarà utile il diario di bordo, strumento che guida nell’attività e favorisce l’autovalutazione degli studenti, dimensione molto importante all’interno della valutazione formativa, e che guida e sostiene l’autonomia degli allievi, su cui puntare sempre e a maggior ragione in questa circostanza.
È indubbio poi che la scuola dovrà aggiungere nel PTOF una sezione dedicata alla DaD, esplicitando scelte di piattaforme, modalità di fruizione del servizio, regole di comportamento, modalità e strumenti di valutazione specifici.
Il compito della valutazione non perde di significato per il fatto che gli studenti delle classi intermedie sanno, come ha anticipato il MIUR, che quest’anno non ci saranno “non promossi”, ma darà maggiore importanza alla valutazione, perché restituirà precise informazioni sulle competenze e conoscenze raggiunte, non raggiunte o da consolidare, da cui dovrà partire la progettazione curricolare del nuovo anno scolastico. La funzione informativa della valutazione alle famiglie, agli alunni e agli studenti, ne risulterà, allora, più che necessaria, dando valore all’anno scolastico.
Gli esami di fine ciclo
Infine, qualche considerazione sugli esami conclusivi dei cicli della scuola secondaria di 1° e 2°, rito di passaggio che, nonostante tutto, mantiene ancora una funzione per preadolescenti e giovani, viste anche le richieste di alcuni maturandi di poter tornare nella aule scolastiche, anche se solo a fine anno, per prepararsi insieme ai compagni a questo momento importante della loro vita scolastica.
Come si concluderà il primo ciclo? Al momento si prevede solo uno scrutinio che valuti un elaborato personale.
Quanto all’esame di Stato al termine della secondaria superiore, l’Ordinanza, attuativa del decreto legge dell'8 aprile su Esami e valutazione, prevede una commissione formata da sei commissari interni, indicati dal Consiglio di classe, e dal presidente esterno, nominato dall’Ufficio scolastico regionale. Deve essere assicurata la presenza del commissario di Italiano e di uno o più commissari delle discipline di indirizzo. Parte del colloquio si svolgerà in lingua straniera. Il colloquio si svolgerà in presenza.
Il colloquio potrebbe partire da una trattazione attinente alle discipline di indirizzo, su un tema, un documento, una problematica che potrebbe essere proposta al candidato il giorno che precede il colloquio; secondo la normativa prevista, si procederà con la presentazione dell’esperienza realizzata nei PCTO, e con una riflessione su CITTADINANZA E COSTITUZIONE, che potrebbe comprendere una riflessione sull’introduzione della DaD nel fare scuola e sulle cause e conseguenze del lockdown, che tanto ha inciso sulla vita dei giovani da febbraio in poi.
Per quanto riguarda le operazioni preparatorie, di valutazione e verbalizzazione, si ritiene che la modalità più ovvia, sicura e pratica sia quella a distanza.
Termino con una citazione di Einstein scritta nel 1933 “chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi è la crisi dell’incompetenza”.
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Segnaliamo infine Scuola online: un'occasione per ripensare la valutazione, un webinar che ha avuto luogo il 17 Aprile 2020 nell’ambito di Provalo, “Progetto Valutazione Lombardia” realizzato da una rete di scuole coordinate dall’Istituto Comprensivo Copernico in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e USR Lombardia. L’approccio al tema della valutazione nella didattica a distanza e parte dal presupposto che si debba riflettere su alcuni elementi fondamentali dell’azione valutativa a scuola, indipendentemente dal contesto nel quale trova realizzazione, in presenza o a distanza. Alla domanda “come si valuta online?” non vanno date risposte tecnicistiche o soluzioni puramente operative, ma occorre ripensare a fondo il senso della valutazione sperimentando forme e criteri diversi che potrebbero modificare in modo profondo e duraturo l’azione didattica, trasformando l’emergenza in opportunità.